Azzerato il board, ora il fondatore di Boarding Pass, Mario Mangiarotti (past president Gebta) tenta il salvataggio e gioca la carta della fusione in sede europea con Ectaa. Intanto l'ex presidente, Davide Rosi, non dà speranza: "Nel nostro settore non c'è futuro per l'associazionismo"
Due posizioni contrastanti, ma un unico rischio: Gebta Italia potrebbe scomparire. Al momento, conferma
Mario Mangiarotti, past presidente di Gebta e fondatore di Boarding Pass, il board è stato azzerato (il mese scorso, ndr), "ma abbiamo tempo fino a giugno per trovare un'intesa tra i soci e far ripartire l'associazione".
Contrastante la visione del
presidente dimissionario di Gebta, Davide Rosi: "Non vedo un futuro per l'associazionismo nel nostro settore - dichiara -. Non c'è la volontà di fare insieme le cose, ognuno guarda ai suoi problemi, alle proprie relazioni con i fornitori e i clienti. E' un mercato molto dinamico e si è tutti concentrati a lavorare sul cliente".
Si ribella a questa visione Mangiarotti: "C'è stato un tentativo di scioglimento da parte di alcuni soci - annuncia - ma stiamo valutando di resistere per non mandare all'aria il lavoro di questi anni. C'è anche l'aspetto europeo da non trascurare. Esiste un rischio sopravvivenza anche per Gebta Europa". La carta europea è quella che Mangiarotti sta giocando con i propri colleghi-alleati: "La sede di Gebta Europa è a Bruxelles, negli stessi uffici di Ectaa, un cordone ombelicale importante al quale è collegata la stessa Fiavet. La mia idea è di unire le forze per creare un'unica associazione a livello europeo".
Il manager di Boarding Pass ha fatto le sue proposte e ora caldeggia la convocazione di un consiglio per definire le linee di azione e scongiurare lo scioglimento. "Insieme ad Ectaa - conclude Mangiarotti - potremmo rappresentare il 70% delle agenzie di viaggi europee". Il tempo è tiranno: entro giugno o mai più. l.d.